Progetto

Questo progetto fonda le sue basi sulle conoscenze acquisite dall’Università di Pavia/Dip. di Scienze della Terra e dell’Ambiente, nel recupero e nella valorizzazione delle landraces, ovvero cultivar tradizionali locali lombarde, attraverso la creazione di una filiera controllata (dal reperimento delle sementi alla produzione agricola), al fine della loro futura commercializzazione. Ciò contribuisce al recupero dell’agro-biodiversità tradizionale proprio attraverso il suo riscoperto utilizzo, per cercare nuove forme di reddito per le aziende agricole, nuove filiere, sviluppare idee di competitività ma anche sostenibilità ambientale.

Inoltre l’Università di Pavia/DSTA, dal 2009 si occupa della conservazione ex situ/on farm dell’agro-biodiversità tradizionale, della valorizzazione e del rilancio produttivo delle landraces lombarde mediante la Banca del Germoplasma Vegetale dell’Università di Pavia (con sede presso il DSTA) e fornisce assistenza alle aziende agricole “custodi” di cultivar tradizionali sia per la conservazione delle sementi (banca semi) che per l’iscrizione di tali cultivar al registro varietale nazionale.

Anche gli altri Enti coinvolti nel progetto possiedono pluriennale esperienza in ambito di conservazione e rilancio produttivo di cultivar tradizionali locali.

Scopo del presente progetto è quindi quello di diffondere presso i conduttori delle aziende agricole lombarde l’esperienza e le conoscenze acquisite dalle due Università partner sulle landraces/Varietà da Conservazione, nonché l’attività di ricerca svolta in quest’ambito sia direttamente che nella letteratura scientifica recente, affinché le cultivar tradizionali a rischio di erosione genetica vengano identificate dagli attuali (spesso ignari) detentori, recuperate e coltivate da un numero sempre maggiore di “agricoltori custodi”, che così facendo promuoveranno la crescita economica e la sostenibilità ambientale non solo della loro azienda, ma del territorio di riferimento della landrace.

Si tratteranno soltanto le cultivar ortive e cerealicole, cioè specie a ciclo annuale che si riproducono mediante semi. Non si tratteranno invece i così detti “frutti antichi”, o antichi vitigni, su cui la conoscenza e il riutilizzo in ambito regionale è più diffusa e consolidata.

Oltre al Capofila, Università degli Studi di Pavia – Dipartimento di Scienze della Terra e dell’Ambiente (DSTA), partecipa come partner l’Università degli Studi di Milano con il Dipartimento di Scienze Agrarie e Ambientali – Produzione, Territorio, Agroenergie (DISAA) e il Centro Interdipartimentale di Studi Applicati per la Gestione Sostenibile e la Difesa della Montagna (GeSDiMont)/Polo di Edolo (BS)/Università della Montagna (UNIMONT). Inoltre il Capofila si avvarrà della collaborazione di un consulente esterno: Centro Assistenza Impresa Coldiretti Lombardia (CAICL), con sede a Milano.

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